201410.31
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Lotta all’Italian Sounding nel settore agroalimentare

Nei giorni scorsi nell’ambito della manifestazione delle Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona si è svolta la tavola rotonda sul “Modello Italia”, che ha consentito un interessante confronto fra i rappresentanti delle principali associazioni di categoria ed il Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina per fare emergere i problemi e le opportunità di un modello produttivo unico al mondo ma ancora troppo poco valorizzato.

In particolare, è stato oggetto della discussione il problema della agropirateria.

Il patrimonio agroalimentare italiano è unico al mondo per qualità ed assortimento. La cultura gastronomica ed i prodotti agroalimentari italiani sono famosi ed apprezzati dai consumatori di molti paesi. Come conseguenza di questa popolarità, è cresciuta via via negli anni un’economia parallela che, sottraendo quote di mercato ai prodotti tutelati, determina pesanti danni alle aziende italiane. Tale fenomeno, è conosciuto come “Italian Sounding”, ovvero l’utilizzo di denominazioni geografiche, immagini e marchi che evocano l’Italia per promozionare e commercializzare prodotti affatto riconducibili al nostro Paese. Esso rappresenta un’evidente forma di concorrenza sleale e truffa nei confronti dei consumatori, soprattutto nel settore agroalimentare.

Le aziende estere che utilizzano impropriamente segni distintivi e descrizioni informative e promozionali che si rifanno in qualche modo al nostro Paese, adottano tecniche di mercato che inducono il consumatore ad attribuire ai loro prodotti caratteristiche di qualità italiana che in realtà non posseggono, concorrendo slealmente nel mercato ed acquisendo un vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza non solo italiana.

Per ogni euro prodotto dal Made in Italy, l’Italian Sounding ne incassa otto. A spiegare il dato economico è stato – in occasione della manifestazione di Cremona – Gabriele Canali, direttore del Crefis (centro di ricerche economiche sulle filiere agricole), il quale ha affermato: “Nel Nord-America l’indice di imitazione è pari a 8, il che significa che per ogni euro prodotto dal nostro export, l’Italian Sounding ne incassa, appunto, 8.”.

Oggi l’Italian Sounding, l’imitazione di prodotti italiani, è un fenomeno di portata mondiale che produce un giro d’affari annuo ormai vicino ai 70 miliardi a fronte dei 33 miliardi e mezzo complessivamente movimentati dall’export agroalimentare italiano.

Il Ministro Martina, nel partecipare alla tavola rotonda sul “Modello Italia” ha dichiarato: “Il mercato che oggi ci troviamo davanti agli occhi è il mondo intero: è in una prospettiva globale che siamo chiamati ad agire per far fruttare al meglio le nostre eccellenze … si prevede che da qui a quindici anni la classe media conterà 800 nuovi milioni di persone … le sfide che attendono l’agroalimentare italiano richiedono strutture innovative ed efficienti modalità di internazionalizzazione.”.

Eppure la diffusa abitudine a cucire un’immagina italiana addosso a prodotti che con il Belpaese non hanno nulla a che vedere viene considerata, oggi, in una prospettiva per lo più ottimistica: “Diciamo che l’Italian Sounding ha concimato il terreno per i nostri prodotti” è la metafora utilizzata dal presidente di Confagricoltura Mario Guidi. Obiettivo della lotta all’Italian Sounding per tutti coloro che operano nel settore agroalimentare, in conclusione, deve essere quello di far conoscere i prodotti dell’autentico Made in Italy in tutto il mondo e conquistare nuove fette di mercato.