201503.18
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La Nuova via della Seta: un’opportunità per gli investitori

Nei giorni scorsi è entrato in attività in Cina il fondo di investimento “Silk Road Fund”, destinato al finanziamento di opere infrastrutturali e al potenziamento della connettività regionale. Il fondo, che opererà sul modello del private equity, ha una disponibilità di partenza di 10 miliardi di dollari, provenienti per il 65% dalle riserve valutarie, per il 15% dalla CIC, per il 15% dalla Import-Export Bank e per il 5% dalla China Development Bank.

Silk Road Fund, al quale Pechino ha deciso di affidare 40 miliardi di dollari, opererà a sostegno di progetti transnazionali, e sarà aperto anche ad investitori internazionali.

Si tratta di un primo passo nella realizzazione della “Nuova via della Seta”, un interessante e ambizioso progetto, presentato dall’Amministrazione di Xi Jinping.

Il piano prevede di ricostruire gli antichi collegamenti tra oriente ed occidente lungo una direttrice terrestre ed una marittima. La via terrestre partirà dalla Cina e toccherà Iran, Iraq, Siria e Turchia per poi tuffarsi nell’Europa continentale, mentre quella marittima passerà per Malesia, India, Sri Lanka e Kenya per poi attraversare il Mar Rosso e arrivare in Europa attraverso Atene e Venezia, dove si ricongiungerà con la via terrestre. L’unione di tre continenti che si vuole realizzare con la Nuova via della Seta rivela una visione economica nonché geografica di ciò che la Cina vede nel proprio futuro: offrire nuove opportunità economiche ad una costellazione di attori che vanno dal partner commerciale tedesco al difficile Medioriente.

La Nuova via della Seta è un progetto all’avanguardia, con il quale la Cina è decisa a riaprire la via che attraverso l’Asia centrale per secoli l’ha collegata all’Europa. Il piano del presidente Xi Jinping risponde a ragioni sia economiche che politiche. Tre su tutte: accelerare lo scambio di merci pregiate tra Cina e zona euro, accrescere l’influenza di Pechino sulle repubbliche ex sovietiche che ancora guardano a Mosca, creare ai trasporti un’alternativa al Pacifico, dominato dagli USA e dai loro alleati.

Come sopra indicato, Pechino ha stanziato 40 miliardi di dollari per creare un fondo che servirà ad aggiornare linee ferroviarie, strade, infrastrutture industriali e reti energetiche. E’ la prima goccia degli investimenti necessari per realizzare quella che potrebbe essere un’opera storica.

L’idea della Nuova via della Seta sembra essere venuta al Presidente cinese visitando l’area degli “Stan”, paesi ricchi di risorse, ma poveri di connessioni. Il progetto, in realtà, sembra essere nell’aria già da molti anni, ma sono proprio Kazakistan, Kirghizistan, Uzbekistan e Tajikistan ad essere i grandi vincitori. Considerati mercati di frontiera, sono tra i 18 paesi che saranno direttamente coinvolti nel progetto: a beneficiarne in maniera indiretta i paesi saranno più di 60.

Tale progetto è ben visto dagli Stati Uniti, i quali – pur contrapponendo il TPP e il TTIP al progetto della Nuova via della Seta – sono consapevoli che uno sviluppo delle infrastrutture e delle connessioni con il resto del mondo dell’area centrasiatica e mediorientale può solo rendere la regione economicamente più stabile, con un occhio di riguardo al Pakistan e all’Afghanistan.

La Nuova via della Seta rappresenterà una moderna rete di vie di comunicazione che attraverserà 18 Paesi coinvolgendo tre miliardi di persone. Una rete che, favorendo gli scambi e la conoscenza dei popoli, contribuirà ad eliminare le barriere e a creare vantaggi e opportunità per tutti, e quindi anche per l’Europa e per il nostro Paese e per i loro investitori.