201411.18
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Grandi opportunità in Cina per la tecnologia italiana delle auto a metano

l’Osservatorio Federmetano, in una ricerca presentata alcuni giorni fa, rende noto che la Cina, attualmente terza nella graduatoria mondiale dei paesi con il parco circolante di vetture a metano, dietro Pakistan e Iran, con circa 3,3 milioni di autovetture, autobus e autocarri, con gli attuali tassi di incremento di mezzi circolanti, raggiungerà a breve la testa della classifica.

Il grave problema delle emissioni di CO2 che attanaglia la Cina più di altre parti del mondo, sta incentivando la diffusione dei veicoli a metano per contenere l’inquinamento atmosferico.

Una spinta decisiva sarà data dal programmato sviluppo della rete di rifornimento, che già oggi può contare su circa 3.700 stazioni di rifornimento di metano gassoso e su circa 1.600 stazioni di rifornimento di metano liquido.

Il presidente dell’Osservatorio Federmetano, Dante Natali, osserva che:

La rapida crescita prevista in Cina per il parco circolante di veicoli a metano e per il numero delle stazioni di rifornimento rappresenta una opportunità commerciale che l’Italia non può perdere, dal momento che il nostro Paese è leader mondiale nella tecnologie del comparto del metano per autotrazione ed esporta i suoi prodotti in tutto il mondo. Il comparto industriale del metano per autotrazione è una delle eccellenze italiane di maggior successo al mondo, ed una sua ulteriore crescita può contribuire ad accelerare la ripresa economica italiana.

Questo auspicio è confortato dai dati pubblicati dal centro studi della Sace, dai quali si evince che in termini di scambi commerciali l’Italia rappresenta il 15° partner commerciale della Cina a livello mondiale e 4° a livello europeo.

Il settore di punta nel 2013 resta quello della meccanica strumentale, seguito da moda, settore auto e manifattura e, mentre le importazioni italiane continuano a diminuire (-7.5%) a causa della lunga crisi economica del nostro paese, sono invece in ripresa le esportazioni (+9.5%).

Le imprese italiane stabilitesi in Cina, attraverso le varie modalità di presenza sono circa 2.000, alle quali sono riconducibili quasi 60.000 posti di lavoro e un fatturato di circa 5 miliardi di euro.

Sempre secondo lo studio le autorità di Pechino punteranno sempre più su produzioni ad elevato valore aggiunto e soprattutto più attento ai contenuti tecnologici e a minore impatto ambientale, esattamente quello che offre la tecnologia italiana del metano per autotrazione.

Le aziende italiane sono quindi invitate a farsi avanti, possibilmente supportate da professionisti legali con stretti legami con colleghi cinesi, che è il modo migliore per facilitare l’ingresso in un mercato promettente ma che va affrontato con strumenti adeguati.