201411.04
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La nuova “via della seta” è alle porte?

Nei giorni scorsi l’ambasciatore cinese a Roma, Li Ruiyu, in un’intervista all’ANSA ha parlato del grande progetto che punta “a creare una comunità attraverso la connettività dei trasporti, delle monete, della cultura, che elimini le barriere e generi vantaggi per tutti nel nome dell’amicizia e della reciproca conoscenza tra i popoli.

La nuova “via della seta” dovrà essere costituita da una fitta rete di collegamenti aerei, marittimi e ferroviari che da Pechino, attraverso i Paesi dell’Asia centrale, arriva a Istanbul e poi a Berlino per incoraggiare gli scambi commerciali e culturali per avvicinare Europa e Asia, “Tre miliardi di persone e 18 Paesi coinvolti attorno al più lungo corridoio economico del mondo che sarà anche quello con più potenzialità“, afferma ancora l’ambasciatore che vede anche un ruolo primario per l’Italia e per le sue imprese.

L’ambasciatore non manca di ricordare come l’Expo 2015 sarà una grande occasione di dialogo e avvicinamento tra i popoli: la presenza cinese sarà massiccia che si tradurrà in tre grandi padiglioni dove saranno presenti, tra l’altro, le più importanti realtà imprenditoriali e territoriali della Cina, con un milione e mezzo di turisti in arrivo dalla Cina, per quelle che potranno diventare le prove generali della nuova “via della seta”.

L’ottimismo dell’ambasciatore viene però stemperato da un commento, apparso in questi giorni in una traduzione italiana sul sito ilsussidiario.net, del docente in discipline economiche e sociali Lao Xi (pseudonimo), il quale vede nell’assenza dell’India all’Expo come un grave danno alla riuscita dell’evento e, più in generale, sottolinea come la questione dei marò stia influenzando in modo molto negativo le relazioni con gli indiani, compromettendo opportunità importanti.

Lo stesso Lao Xi sottolinea la virata positiva del governo Renzi che, concentrandosi sul tema della riforma del lavoro, può dare una risposta importante e seria agli investitori stranieri che si aspettano dall’Italia decisive riforme che rendano il nostro paese più attraente per gli investimenti, così come la nomina di un ministro degli esteri, Gentiloni, in grado, sempre a parere di Lao Xi, di spiegare a dovere in giro per il mondo quello che sta tentando di fare in Italia il suo governo.